Elogio dell’action movie

di playgroundfiles

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Il recupero doveroso della dignità del cinema di genere ha ormai ricollocato al giusto posto una enorme quantità di film dimenticati, accantonati negli anni o giudicati con sufficienza . E’ quest’ultimo il caso di un macrogenere che ha riguardato esclusivamente gli Stati Uniti , raccogliendo in se caratteristiche e luoghi comuni connaturali allo stile di vita e ad ossessioni tipicamente americane ma evidentemente ben esportabili.
L’action movie è un cinema di grande successo durante gli anni ’80 e anche oltre. Sotto questa categoria in realtà cadono una lunga serie di stili e atteggiamenti cinematografici con il denominatore comune del largo uso di aggressività, violenza e sparatorie.
Ad oggi l’action movie fa sorridere per l’esasperazione e per la caratterizzazione dei soggetti tipici, ovvero i vari Seagal, Stallone e Schwarzenegger.  A suo tempo l’action movie faceva sorridere per il divertimento più che per sensazione di superiorità antropologico-cinematografica o per l’aspetto “sempliciotto” delle storie. Il vero recupero del macrogenere in questione passa attraverso la riconsiderazione di quest’ultimo approccio.
E’ difficile tentare di ricostruire una filmografia essenziale ma personalmente partirei da un film che paradossalmente è  fuori dalla categoria dell’ Action movie.
Predator è un cult sci-fi estremamente oscuro che riporta sullo schermo in salsa survival e violenta la paura dell’alieno ostile. A contrastare le operazioni dell’alieno predatore caduto sulla terra c’è uno Schwarzenegger in grande forma, armato fino ai denti, perfetto nella parte dell’ex maggiore dei berretti verdi mandato a gestire situazioni disperate. Il saluto tra Schwarzenegger e Carl Weathers con forte stretta di mano e primo piano sull’esplosione muscolare dei bicipiti dei due rende sufficientemente caratterizzato il personaggio testosteronico tanto da far collocare Predator nel calderone dell’action movie honoris causa.

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Di Schwarzenegger pero’ i veri action movie sono altri, come Commando e Codice Magnum dove avviene uno spregiudicato uso di armi e strumenti bellici distruttivi. L’eroe solo contro tutti dalla furia e dalla freddezza implacabile da il suo massimo nel momento in cui si compie giustizia e vendetta ( concetti che spesso in questi film si accomunano) verso i villain, entità chiave nella mentalità americana. Nel primo il colonnello John Matrix, in congedo dall’esercito ed ebetizzato dalla vita serena con la figlia torna ad essere una macchina di morte spietata dopo il rapimento della stessa. Molto violento e quindo scomparso dai palinsesti. Una volta lo davano in prima serata.
Nel secondo un agente dell’FBI messo a gestire il crimine di un paesino di provincia dopo essere stato costretto alle dimissioni per essersi arrogato il ruolo di giustiziere si ritrova coinvolto in complicazioni con la mafia.
Ovviamente Schwarzenegger è una icona totale dell’action movie ed è protagonista di quello che forse è l’ultimo grande action classico, girato abbastanza fuori tempo massimo da un genio del cinema commerciale ovvero James Cameron , capace di riconoscere tutte le caratteristiche paradossali dell’action stesso e condensandole in un colossal andrenalinico e divertentissimo. Si tratta di True Lies. Ci sono tutte le caratteristiche dall’ironia della doppia vita della spia Schwarzenegger al terrorista Islamico che minaccia gli USA. La scena del bacio con esplosione atomica sullo sfondo è di per se un manifesto.

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L’eroe dell’action movie è quello che il maschio medio in fondo vorrebbe essere. Capace di azioni eroiche disinteressate, rude e sempre in lotta con la vita. Un personaggio per lo più letterario che si incarna perfettamente nella saga di Die hard.
John McLane (Bruce Willis) è un poliziotto dall’atteggiamento stile Cow Boy alla John Ford che si trova implicato in una serie di sfortunati eventi che lo portano spesso ad avere a che fare con attentati terroristici e ostaggi da salvare. Esplosioni e sprezzo del pericolo rendono la serie Die Hard ( i primi tre episodi almeno ) un caposaldo dell’action movie.
Bruce Willis interpreta anche un altro action fondamentale ovvero L’ultimo boy scout. Anche qui un poliziotto scomodo e ad un passo dall’alcolismo fa scoppiare un casino a Los Angeles. Niente di più, quindi un capolavoro. In questo film tra le più esplosive battute da duro mai registrate. 

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L’apice della figura del poliziotto scomodo si raggiunge a mio avviso con Cobra interpretato da Stallone. Il tenente Cobretti è un poliziotto dai metodi quantomeno spicci e violenti che si trova ad avere a che fare con una sorta di setta adoratrice della violenza pura e senza scopo. Tanto violento e duro da essere completamente scomparso dagli annacquati palinsesti Tv di oggi, è un esempio di action movie riguardante l’ordine e la giustizia dalle mani legate. In questo tipo di film la violenza connaturata alla società americana ( l’uso della armi, la giustizia dal pungo duro) trova la propria manifestazione ideale in personaggi come Cobretti.
Nel marasma di film con protagonista il monoespressivo Steven Seagal, Trappola in alto mare e Trappola tra le montagne rocciose aventi protagonista Casey Ryback , Navy Seal ultra referenziato ma degradato al ruolo di cuoco dati i problemi di disciplina, sono tra i più rappresentativi dell’attore. 
In Trappola in alto mare un ex agente della CIA dall’aspetto Springsteeniano evocante una sorta di lato oscuro e rude del movimento di protesta degli anni 60/70  impersonato da un grandioso Tommy Lee Jones, si impossessa della nave dove Ryback è imbarcato minacciando un attacco agli Stati Uniti con le armi atomiche di cui è dotato il mezzo. Arti marziali, armi pesanti ed eroismo esasperato sono la salsa che rende rappresentativo questo tardo action dei primi anni ’90. Il seguito più modesto, con effetti visivi e fotografia confondibili con un qualsiasi episodio di McGyver, riscuote un grande successo al botteghino rispetto all’investimento e dimostra come la formula dell’eroe armato e non avaro di proiettili contro il folle villain ( in questo caso interpretato da un cinico Bogosian che minaccia il mondo con un satellite killer) è una formula che conquista la voglia di cinema semplice e attivo continuando imperterritamente a trasfigurare il mito collettivo del male assoluto quale caratteristica sine qua non della mentalità americana.
Esiste anche un caso dove l’ossessione trasformata in celluloide diventa profezia . Il film Danni collaterali dove Schwarzenegger perde la famiglia a seguito di un attentato terroristico sulle città americane da parte di un misterioso criminale sudamericano anticipa di poco il tragico evento dell’ 11 Settembre e proprio a causa di questa coincidenza vede un rinvio delle uscite nelle sale. Questo anche a conferma di come l’action sia un genere fortemente americano e nonostante l’enfasi e l’aspetto caricaturale incarni perfettamente le paure e le ansie dell’americano medio.
A concludere questa breve e fortemente incompleta panoramica c’è , come per l’inizio, un film che non riuscirei mai a catalogare nel cinema di genere e quindi nemmeno nell’action anche se passa alla storia come l’icona tipica di questo mondo cinematografico. Si tratta di Rambo.
Lo storico film di Stallone è un drammatico racconto di una provincia americana che si trova di fronte gli effetti della guerra in Vietnam e riaccogliendone i reduci non riesce a riconosce i drammi umani che essi hanno vissuto continuando ad idealizzare i cosiddetti valori americani e trovandosi preda della xenofobia ( termine che odio ma per una volta è usato a proposito) nel non incontrare più la diversità della propria gioventù tornata sconfitta dentro. Rambo è l’eroe dolente che porta la guerra in casa agli americani diventati un muro di fronte alla tragedia . Troppo drammatico per essere un vero action e troppo dolente per essere un vero drammatico , Rambo porta in azione quello che sarà rappresentato poi da film come Nato il quattro Luglio.
I vari epigoni del genere come Mercenari e Mercenari 2 non rendono realmente giustizia ai vecchi cult calcando troppo la mano sulla caricatura dell’action hero e ricadendo quindi sul gioco percettivo di una sorta di superiorità antropologica dello spettatore.

filmografia essenziale in ordine casuale

Die hard – Trappola di cristallo (1988)

Die hard – 58 minuti per morire (1990)

Die hard – duri a morire (1995)

Predator (1987)

L’ultimo boy scout (1991)

Trappola in alto mare (1992)

Trappola tra le montagne rocciose (1995)

Cobra (1986)

Commando (1985)

Codice magnum (1986)

Harley Davison & Malboro man (1991)

Danko (1988)

Arma letale (1987)

True lies (1994)

Rambo (1982)

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